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mercoledì 18 gennaio 2012

Mostra di fotografia contemporanea



  • Settima esercitazione:
Siti da vedere e studiare:


Selezionate alcune immagini (almeno 15) di tre autori o tre collezioni che più vi emozionano:

Elio Luxardo
Elio Luxardo. Lucia Bosè indossa un impermeabile su gonna abbottonata di sbieco.


La storia dei Luxardo ebbe inizio nei primi anni del Novecento quando il giovane fotografo Alfredo Luxardo decise di partire da Pisa per porre il suo obiettivo su oggetti lontani: l'America. Alfredo, insieme alla moglie Margherita, si fermò però a San Paolo in Brasile - paese che segnerà il destino di tutta la famiglia Luxardo. Non il mito americano ma le tribù amazzoniche divennero i suoi soggetti: foto di gruppo e ritratti sviluppati e stampati con modalità del tutto empiriche.In Brasile nacquero i tre figli: Elio, Elda e Aldo. Nel 1928 Alfredo Luxardo tornò in Italia dove rilevò a Roma lo studio fotografico Sam Bosch. (fotografi di Casa Reale) in Via XX Settembre. Qui ebbe inizio la storia del sodalizio Roma-Luxardo. Elio, che si era iscritto al Centro Sperimentale di Cinematografia, Aldo e la figlia Elda, tutti i tre lavoravano nello studio del padre.Erano gli Anni Trenta ed il famoso studio di Via del Tritone impose delle caratteristiche che fecero scuola e segnarono un'epoca. Luci diffuse, integrate da riflessi, sfondi scuri e tagli di luce che scolpivano i volti e disegnavano i corpi, in una parola nasce il Mito della Bellezza, il culto del Corpo.Lo studio era popolato da dive e campioni di sport, intellettuali e artisti, da Pirandello a Marinetti, da Assia Noris a Isa Miranda, da Valentina Cortese a Alida Valli fino al campione del mondo Primo Carnera. Il dopoguerra fu caratterizzato dalla collaborazione con gli spettacoli di rivista e poi l'inizio del concorso di Miss Italia da dove uscirono dive come la Loren e la Lollobrigida.La Dolce Vita - l'intensa amicizia di Elio Luxardo con Federico Fellini -i film "Poveri ma Belli", attori come Mastroianni,Gassmann sono questi le immagini degli anni Sessanta.L'ultimo sogno di Elio Luxardo si chiamò Sperlonga, dove si ritirò a vivere. Sulla costa del Mediterraneo il fotografo cercava la luce e i colori della terra nativa, ma invano.Muore nel 1969 a 59 anni. Il fratello Aldo continuava a lavorare da solo nello studio della famiglia - che la sorella Elda, sposandosi con il produttore Argento, padre del regista Dario, aveva lasciato. Ma il richiamo della terra d'origine si fece sempre più forte e infine Aldo decise di ritornare in Brasile.

Gianni Berengo Gardin.Cinisello Balsamo - Matrimonio a Villa Ghirlanda Silva - la sposa all'uscita dopo la celebrazione della funzione - scorcio con una damigella in primo piano.


Gianni Berengo Gardin. Innamorati sull'autobus, Cinisello Balsamo, 2002


Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930.Comincia ad interessarsi di fotografia nei primi anni 50  nell'ambito dei circoli di fotografia di Venezia.In questo periodo ha contatti con lo storico della fotografia Italo Zannier  e fonda il gruppo fotografico "Il Ponte". La sua è una fotografia (semplificando) di forte impostazione realista spesso rivolta ad un reportage diretto.Nel 1955 fu molto importante l’incontro con Mario Pannunzio (importante giornalista italiano) che lo portò a frequentare la redazione de Il Mondo,(noto giornale di quegli anni) testata con la quale iniziò una lunga collaborazione.Il Mondo, al quale partecipò fino al 1965, rappresentò per Berengo Gardin una tappa della sua biografia non indifferente. Da lì a poco infatti iniziò a collaborare con le più importanti riviste  illustrate italiane e straniere tra le quali: Domus, L'Espresso, Time, Vogue, Le Figaro ecc.  Abbastanza costante poi anche la sua collaborazione con il Touring Club Italiano. Una collaborazione che ha dato vita a svariati lavori su regioni e città italiane, libri molto importanti sia da un punto di vista ambientale che documentario. Nei primi anni 80 collabora  regolarmente con il settimanale Epoca. Molte fotografie pubblicitarie, utilizzate negli ultimi cinquant'anni, provengono dal suo archivio. Tra le aziende che si sono servite delle immagini del fotografo per  la propria immagine sono da ricordare senza dubbio l’Olivetti.Attraverso la sua opera quindi è possibile ricostruire un pezzo importante della Storia del nostro Paese abituando il nostro occhio a soffermarsi e a leggere le cose e gli uomini in una epoca in cui il flusso delle immagini cancella o sembra cancellare ogni "messa a fuoco". L’opera di Berengo Gardin è un lungo percorso attraverso  luoghi e i tempi, ambienti che hanno caratterizzato l’Italia dai difficili anni del dopoguerra ad oggi.I suoi primi soggetti sono stati perlopiù operai e contadini in campagne brulicanti di lavoro; fabbriche e industrie, risaie nebbiose e specifiche situazioni di povertà e miseria. In seguito le tematiche di stampo neorealista del fotografo, che intrinsecamente richiamavano ad un riscatto morale e sociale del Paese cominciarono a muoversi verso una strada più intima, più rivolta ad approfondimenti mirati.Gardin quindi si diresse all’estero concentrandosi sul ritratto, su una visione più surreale del mondo, sul paesaggio e sulle descrizioni ambientali entrando contemporaneamente in contatto anche con realtà molto dure come quelle dei campi zingari e dei manicomi.La fotografia di questo autore è in definitiva una storia di luoghi e di volti, un lavoro costante che ripropone oggi,nella sua varia complessità, avvenimenti e situazioni di un’Italia povera, di un’Italia in continuo movimento ed evoluzione. Nei volti e nelle situazioni si riscoprono atmosfere lontane, luoghi fermi nel tempo, volti di statuaria memoria. Il repertorio di Gianni Berengo Gardin è oggi uno spaccato storico importante dell’Italia contemporanea, sia da un punto socio-economico che ambientale, una narrazione attenta che si è mossa all’interno di un Paese sconvolto da profonde contraddizioni, da insopportabili divisioni e, geograficamente, dai più remoti angoli di un Sud agricolo e magico fino agli interni più nascosti di grandi e industriali città del Nord. Attraverso questa fotografia possiamo meglio conoscere la storia del nostro Paese.
Klaus Zaugg. Beatrice, Milano, 1972


Klaus Zaugg. Silhouette femminile, Milano, 1974


Klaus Zaugg (Solothurn 1937- Buzios 1994), figura interessante nell’ambito della fotografia di moda e pubblicità nel momento in cui, tra anni Sessanta e Ottanta, diventa sempre più preponderante l’apporto creativo del fotografo anche nel mondo della professione.  Dopo aver studiato alla Kunstgewerbe Schule di Zurigo (1955-1959), Klaus Zaugg apre uno studio a Solothurn, sua città natale, occupandosi inizialmente di vedute urbane, immagini di vita quotidiana e sperimentazioni astratte su oggetti e forme grafiche. Trasferitosi in Italia, nel 1967-68 collabora con il grafico e architetto Franco Grignani, che influenza profondamente la sua opera. In questo periodo produce immagini astratte attraverso varie tecniche: fotogrammi, riproduzioni al tratto, sovraimpressioni e chimigrammi. Alla fine degli anni Sessanta inizia la sua attività di fotografo di moda e pubblicità realizzando nel tempo campagne pubblicitarie per importanti aziende (Cassina/Busnelli, Cherie Moda, Ellesse, Facis, Imec, Playtex, Alfa Romeo, Fiat, Peugeot, Mobilificio Girgi, Alitalia, Black and Decker, Ferrero, Longines, Peroni, Perugina, Saiwa, Snam). Parallelamente sviluppa una sua ricerca personale centrata sul corpo femminile, fotografato sia in studio sia in esterno, e sul ritratto. Nel 1976 realizza per “Die Zeit” e “Der Spiegel” ritratti di personaggi importanti del cinema e della cultura, come Erica Jong, Federico Fellini, Susanna Agnelli, Donald Sutherland. Sempre nel 1976 lavora a un reportage sul set cinematografico del film di Federico Fellini “Il Casanova”. Negli anni Settanta e oltre collabora con importanti architetti e designer tra i quali Gaetano Pesce.  Tutto il suo lavoro è caratterizzato da una forte sensibilità per l’astratto, il surreale, il metafisico, che giunge alla massima espressione nella maturità con due lavori molto diversi tra loro: da una parte Klaustrofobia (esposta a Solothurn nel 1990), una singolare serie di autoritratti nei quali mette in evidenza i propri fantasmi; dall’altra il calendario per la Swatch, in cui l’oggetto orologio si trasforma e si trasfigura in colorate forme diverse, confluito poi nella mostra L’ora di Zaugg (1992).  L’opera di Zaugg, carica di suggestioni di tipo pittorico e grafico, si muove in una dimensione irreale, tra il fantastico e il pop. Protagonista della scena milanese, egli è inventore di forme di comunicazione volte a stimolare il consumo e al tempo stesso interessanti per un’analisi del costume e dei modelli di comportamento.

Mario Cattaneo. Dalla serie Una domenica all'Idroscalo, Milano, anni '60.


Mario Cattaneo. Balera - esterno - coppie di ballerini, quella centrale intenta in un caschè.
Mario Cattaneo appartiene a quella generazione di fotografi italiani che nella seconda metà del Novecento trovano nell’ambiente dei circoli fotoamatoriali un luogo di espressione e di dibattito sulla fotografia: dall’approfondimento tecnico alla conoscenza dei maestri della fotografia internazionale, alla formulazione di ipotesi teoriche ed estetiche sul mezzo. Nelle immagini di Mario Cattaneo si ritrovano accenti presenti nella fotografia di Henri Cartier Bresson e Robert Doisneau. Il racconto della scena sociale che egli compie ha spesso le tonalità che caratterizzano autori come Gianni Berengo Gardin, Mario De Biasi o Pietro Donzelli. La fotografia di Cattaneo è delicata, semplice, sensibile. I soggetti – le scene di vita in città, i luoghi di aggregazione sociale, i giovani, il volto umano, l’identità – ci dicono di un uomo impegnato in una riflessione sull’esistenza. Pur essendo sempre rimasto nell’ambito della fotografia amatoriale, la padronanza dei codici tecnici della fotografia, la ricchezza dei riferimenti culturali e visivi, lo sguardo attento all’accadere delle cose fanno di Mario Cattaneo una figura significativa anche se poco nota nel panorama della fotografia italiana.
Federico Patellani. Erminio Macario con le ballerine della sua compagnia, Milano, 1946


Patellani,Federico.Campagna di Russia.Viaggio in treno attraverso l'Ungheria-Niszyd-ritratto di coppia-bambini


Federico Patellani (1911- 1977) è stato uno dei più grandi autori del reportage italiano. Colto e sensibile narratore, la sua opera e il suo stile, focalizzati sul tentativo di farsi documento oggettivo della realtà, danno vita al fotogiornalismo impegnato. Patellani definisce il giornalista-fotografo “di nuova formula” e le sue caratteristiche del reportage: chiarezza, comunicatività, rapidità, gusto nell’inquadratura, esclusione dei luoghi comuni, “cosicché le immagini appaiano viventi, attuali, palpitanti come lo sono i fotogrammi di un film”. La forza comunicativa della sua teoria tocca i vertici quando inventa i fototesti, documentari ad immagini corredati da didascalie che scriveva egli stesso. Dal 1952 lavora per numerose testate e realizza alcuni documentari televisivi.

Toscani, Oliviero.La fotomodella Isa Stoppi in abito da tigre sdraiata sull'erba.


Toscani, Oliviero.Nudo di donna.

Oliviero Toscani nasce a Milano il 28 febbraio 1942. Figlio d'arte, il padre Fedele Toscani fu il primo fotoreporter del Corriere della Sera. Dal primo giocattolo ricevuto, una macchina fotografica "Rondine" della Ferrania, alla scuola frequentata (la Kunstgewerbeschule di Zurigo, dove Toscani si diploma a vent'anni con un punteggio fuori dal comune), la sua vita è segnata dalla fotografia. Gli inizi professionali sono caratterizzati da alcuni reportage che mettono sapientemente in luce alcune caratteristiche peculiari della sua generazione attraverso il ritratto di personaggi, comportamenti e mode del momento. Sono gli anni dei capelli lunghi e dell'esplosione del rock, nonché del fermento che contrassegna la società civile, la stessa che partorirà al suo interno personalità come Don Milani o come, per restare nel campo dello spettacolo, Lou Reed. Toscani è comunque sempre lì, pronto con la sua macchina fotografica a rendere testimonianza degli avvenimenti, delle tendenze e dei gusti. Il suo talento emerge con prepotenza e infatti viene subito notato da riviste di moda e di costume come Vogue, Elle e Harper's, che se lo contendono nelle loro scuderie. Il celebre fotografo è ormai riconosciuto internazionalmente come la forza creativa di alcune tra le campagne pubblicitarie mondiali di maggior successo, tra cui si possono annoverare le campagne di Esprit, ValentinoChanelFiorucci e Prenatal. Dal 1982 al 2000 Oliviero Toscani trasforma Benetton in uno dei marchi più conosciuti a livello mondiale, offrendo alla compagnia la sua immagine istituzionale, l'identità e la strategia di comunicazione, sviluppando al tempo stesso la sua presenza sul web. Toscani crea inoltre "Colors", il primo magazine globale al mondo, e "Fabrica", una scuola internazionale d'arte e comunicazione che realizzerà campagne originali per conto delle Nazioni Unite, Procter & Gamble e La Repubblica. Nel 1992 realizza un servizio fotografico in Somalia, nel campo profughi di Baidoa, pubblicato poi su riviste italiane, tedesche e americane. I lavori di Toscani vengono esposti nelle Biennali di Venezia e di Sao Paolo oltre che in numerose altre importanti manifestazioni nel mondo, ottenendo diversi premi tra cui quattro "Lion d'Or" al Festival di Cannes, il Grand Prix dell'UNESCO, i Grand Prix degli Art Directors Club di New York, Tokyo e Milano e infine il "Grand Prix d'Affichage".  Oliviero Toscani è poi (1999, 2000) direttore creativo della rivista "Talk" del gruppo Miramax, per la quale sviluppa un'identità visiva totalmente nuova. Dopo oltre trent'anni di innovazione nei campi della pubblicità, della carta stampata, della televisione e del cinema, dedicando il proprio talento creativo e comunicativo ad un altro medium: Internet. Nel 2006 assume la direzione artistica di "MusicBox", canale interattivo della piattaforma Sky. I videoclip musicali (scelti dal pubblico da casa tramite email o sms) vengono "disturbati" da "pillole virali" create da un gruppo di creativi, sotto l'occhio attento di Toscani, il quale conduce presso la stessa emittente il (non)talk-show "Cameraoscura". Il celebre fotografo italiano vive in Toscana, dove produce vino e olio d'oliva e alleva cavalli.


altre foto che mi hanno colpito...


Ballo,Aldo.Modella bionda con sfondo a proiezione optical.
Ballo,Aldo.Modella bionda con sfondo a proiezione optical.
Basilico, Gabriele.Glasgow. Ritratto di due bambine sorridenti - strada di periferia.
Signorini, Marco.Ritratto femminile - bambina.
Claude Nori. Rimini, 1983

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